Il tema del branding è uno dei più discussi nell’ambito del marketing. Questo perché rappresenta una delle prime interfacce tra cliente e azienda, ma spesso rimane anche una delle risorse meno considerate dalle aziende stesse.
Sia che si tratti di problemi riguardanti le vendite, sia che si tratti di difficoltà nella comunicazione, spesso occorre prendere in considerazione aspetti più ampi come quello del posizionamento strategico.
Il posizionamento strategico è la percezione del brand nella mente del cliente, il risultato di tutte le azioni messe in atto dall’azienda. Possiamo dire che si tratta dell’origine di tutte le azioni aziendali e dell’essenza stessa dell’organizzazione.
Proprio per questo, molto spesso, tutti i problemi legati alle vendite, alla marginalità e alla comunicazione trovano una risposta proprio nel brand e nel posizionamento.
Ma il brand è qualcosa che si fa o qualcosa che si è?
Eccoci arrivati alla domanda principale: si può parlare di “fare” branding? Come se si trattasse di qualcosa da produrre?
Come abbiamo detto, il brand è risultato di moltissime azioni aziendali. In questo senso, si può dire che cosa fa l’azienda e come lo fa, rappresentano proprio l’origine del brand, ovvero ciò che “producono” il brand.
Vengono infatti in mente le storie, l’identità aziendale, i valori e le percezioni che fanno riferimento a tutto ciò che significa “fare branding”.
In estrema sintesi, il brand rappresenta l’espressione dell’identità aziendale: quella che è inimitabile e unica. Ed è proprio partendo da questa espressione che l’impresa deve portare avanti risposte e azioni coerenti.
In conclusione, questo delicato equilibrio tra essere brand e fare brand può essere paragonabile all’equilibrio tra pensare e agire, il cui risultato è la percezione che i clienti avranno dell’azienda: essere dove davvero conta essere.