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Seo, hashtag, dem: le parole del web che ogni imprenditore dovrebbe conoscere

Può capitare.
Quando si parla di “affari”, di business, di impresa, incappare in strani acronimi o paroloni inglesi apparentemente impronunciabili è nella norma. Quando si parla di web, poi, è una cosa inevitabile. Se hai mai cercato informazioni in rete, se ti sei mai confrontato con altri imprenditori, se hai capito quanto sito e social network possano essere preziosi per la tua azienda, allora avrai sicuramente sentito parlare di seo, tweet, hashtag, dem, blog, pop up e molto altro. Sono le parole magiche che potrebbero spalancarti le porte di un business molto interessante. Magari non tutte sono immediatamente chiare, per questo ti propongo un piccolo glossario che ti sarà utilissimo per parlare la lingua che ogni buon imprenditore dovrebbe conoscere: quella del web.

Blog: nasce anni fa come una sorta di diario online. Uno spazio facile da editare, in cui poter scrivere e pubblicare i propri pensieri da condividere e commentare. Col tempo è diventato uno strumento sempre più professionale, utilizzato anche dalle aziende per raccontare le loro realtà e i loro prodotti. Può essere un’arma sorprendentemente efficace (ti abbiamo già parlato dei vantaggi, guarda qui).

Dem: letteralmente direct email marketing. Una mail ricca di contenuti, news, promozioni (che chiameremo newsletter) da inviare a migliaia di utenti profilati, possibili acquirenti. Una strategia efficace che ti consente di verificarne l’efficacia subito con statistiche e numeri chiari. Ne abbiamo parlato qui.

E-commerce: è un negozio online in cui poter vendere i tuoi prodotti o i tuoi servizi. I tuoi potenziali clienti sono il mondo e il pagamento avviene con un clic.

Flash: non parliamo del supereroe più veloce della luce ma di una tecnologia molto utilizzata negli anni passati dai web designer. Se il tuo sito ha delle piccole animazioni probabilmente è in tecnologia flash. Beh, sappi che non va più bene e che Google potrebbe penalizzarti. È uno dei 5 errori da non commettere nel web.

Hashtag: è la parolina magica di twitter, quella che inizia con #. Da poco è stata adottata anche da Facebook quindi, se hai una comunicazione sui social network (e sai bene quanto questa è importante) ricorda di evidenziare tutte le parole chiave dei tuoi post ponendo all’inizio il cancelletto. Diventeranno delle chiavi di ricerca che permetteranno agli utenti, anche quelli che non ti conoscono, di trovare più facilmente il tuo brand.

Likebox: la maggior parte dei siti internet è collegato alla pagina Facebook dell’azienda. Per un collegamento ancora più rapido ed efficace ricorda di inserire nel sito del tuo brand la likebox: quella piccola finestrella con le facce degli amici e il pulsante “Mi Piace” da premere subito.

Pop up: hai presente tutte quelle finestre che ti si aprono in automatico quando apri la home page di un sito? Ebbene, si chiamano pop up, un nome da dimenticare. Fanne un uso moderato se vuoi che il tuo sito ottenga tante visite.

Seo: sta per search engine optimization ed è quella “scienza” che permette al tuo sito di essere il primo risultato, in prima pagina, dopo una ricerca su Google. Ne abbiamo parlato approfonditamente. Rileggi il nostro post sul SEO.

Spam: è tutta quella “posta spazzatura” che, spesso, finisce nella cartella “posta indesiderata”. Non sempre però si tratta di email da cestinare davvero perché i criteri che i client di posta utilizzando per affidare ai messaggi l’etichetta di spam sono variabili. Fai in modo che la tua newsletter non diventi mai spam. Come? Te lo abbiamo scritto nel post sull’email marketing.

Url: è l’indirizzo di un sito internet. Il nostro, ad esempio, è www.reattiva.com. Semplice no?

Viral: un aggettivo che indica tutti quei contenuti in grado di moltiplicarsi in rete con effetto virale. Pensa a un bel video, a un post o a interventi sui social network che iniziano ad essere condivisi da 10 – 100- 1000 persone! Quello che dici può raggiungere una platea infinita.

Consulenza seo catania.

Scopri quanto ti ha fatto guadagnare la tua pubblicità

Ogni azienda che decide di investire in pubblicità pensa di esporsi a un potenziale rischio. Un rischio connesso all’entità dell’investimento, ma soprattutto alle aspettative che l’imprenditore ripone nella pubblicità. Il timore è sempre lo stesso: quanto mi sta facendo guadagnare la mia comunicazione? Quei manifesti, quello spot alla radio, l’investimento fatto nel sito web o nella pagina facebook, mi stanno effettivamente dando più opportunità di vendita?

Domande legittime, che devono trovare risposta, soprattutto in un periodo di difficoltà e di spending review come questo. Trovare la giusta risposta a questi quesiti permette di ricalibrare i prossimi investimenti, decidendo su quali mezzi di comunicazione investire di più, e dove invece risparmiare, destinando solo una quota marginale del budget a disposizione. Ma allora, come capire se la tua pubblicità rende e quale mezzo ti sta facendo guadagnare di più?

Puoi fare un primo tentativo anche tu, con i clienti della tua azienda. Dopo l’acquisto, fai chiedere – in ogni tuo punto vendita e a tutti i tuoi clienti – come sono venuti a conoscenza delle tue offerte. Segnando con una X ogni risposta in una griglia simile a quella che trovi qui sotto, alla fine di ogni attività di comunicazione, o a cadenze mensili, potrai scoprire la performance di ogni strumento di comunicazione di cui hai deciso di dotarti.

Ma se vuoi davvero conoscere l’efficacia di ogni azione di comunicazione che hai svolto, magari sapere che sensazioni evoca loro la tua nuova campagna di affissioni, o quanto ritengono siano utili i servizi offerti dal tuo sito web e dalla tua pagina facebook, ti consigliamo di prendere mano al tuo database di clienti e commissionare una ricerca di mercato. Poche domande potranno permetterti di cambiare comunicazione, dicendo ai tuoi clienti esattamente quello che vogliono sentirsi dire, e raggiungendoli dove loro stessi ti diranno di trascorrere il loro tempo.

Vuoi approfondire questo argomento? Vai a pag.67 del nostro libro “L’Ufficio Produzione Clienti”. Puoi scaricarlo gratis qui.

Pay-off, lo slogan che paga

Il modo più sicuro per far pensare al tuo cliente quello che vuoi che pensi di te è suggerirglielo, scrivendolo in bella evidenza sotto al tuo logo. Questo “slogan”, in gergo, si chiama pay-off e le aziende lo utilizzano tantissimo. Non ci credi? Proviamo a fare un gioco: associa uno slogan a ognuno di questi brand.

Galbani  –  Valfrutta   –  Muller

Ammettilo: è stato facile! Per Galbani hai pensato “vuol dire fiducia”, per Valfrutta “la natura di prima mano” e per Mullerfate l’amore con il sapore”. Affinché il ricordo dello slogan emerga con tanta semplicità dalla memoria dei consumatori (te compreso), c’è un lavoro molto complesso da parte dei consulenti di marketing e comunicazione. Non è facile trovare la formula giusta. Le caratteristiche dello slogan efficace e memorabile si possono riassumere in:

1.Completezza
Lo slogan deve esprimere la marca nella sua complessità di proposte e valori, deve dire cosa offre e come lo offre.

2.Brevità
Quattro o cinque parole al massimo. Sappiamo quanto è difficile dire tutto in così poco spazio ma essere brevi è indispensabile per imprimere lo slogan nella memoria. Non pensare che uno slogan completo non possa essere breve.

3.Chiarezza
Il consumatore deve essere in grado di capire il messaggio. Sembra un’affermazione banale ma non è così. Un fenomeno frequente è quello dello slogan in inglese. Ci sono situazioni in cui è davvero inopportuno, ce ne sono altre in cui si rivela vincente. Dipende dal target e da quello che si vuole comunicare con l’inglese come con l’italiano. Fare un test sul pubblico mette al sicuro da eventuali equivoci non considerati.

4.Originalità
Uno slogan efficace si fa ricordare. La musicalità, un gioco di parole, un messaggio particolarmente originale, possono fare del tuo slogan un tormentone che dà forza al tuo brand. L’obiettivo di chi inventa uno slogan è che questo diventi una naturale estensione della marca. Non è un caso che lo si scriva sempre sotto il logo.

Questi quattro punti vanno rispettati come gli ingredienti di una formula magica. Non è difficile e il risultato paga. Ti facciamo 2 esempi di pay-off realizzati per alcuni dei nostri clienti. Si tratta di “casi” estremamente diversi (uno in italiano, uno in inglese per riprendere il punto 3) ma in egual modo efficaci.